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ASSEMBLEA NAZIONALE UPI: LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE MICHELE DE PASCALE

Assemblea Upi - Archivio, In evidenza    18/07/2022

Di seguito alcuni passaggi significativi della relazione con cui il Presidente dell’UPI Michele de Pascale ha aperto i lavori dell’Assemblea Nazionale delle Province.

A QUESTO LINK, IL TESTO INTEGRALE Relazione del Presidente Michele de Pascale

“L’Italia ha bisogno di tornare a investire sulle Province, con una nuova agenda politica che ne esalti le qualità e le potenzialità, puntando su una crescita egualitaria, omogenea, sostenibile dei territori e delle comunità”.

“Gli ultimi interventi del Governo, lo dobbiamo dire con determinazione, sono del tutto insufficienti e lasciano i territori senza alcun aiuto concreto”.

Ma non si tratta di intervenire solo sulla congiuntura: servono interventi strutturali, una vera e propria riforma che assicuri alle Province l’autonomia tributaria e finanziaria garantita dalla Costituzione, che oggi non è realizzabile perché fondata su entrate troppo condizionate dal ciclo economico. Con la viceministra all’Economia, Laura Castelli torneremo con forza a ribadire la necessità di nuove risorse e fondi per le Province, i cui bilanci sono messi a rischio da un calo inarrestabile delle entrate da Ipt e RCAuto, a fronte di un aumento vertiginoso dei costi dei materiali e delle spese per l’energia”.

“Dalla prossima Legge di Bilancio 2023/25 ci aspettiamo anche risposte strutturali, che finalmente risolvano le criticità finanziarie: chiediamo che siano incrementate per ulteriori 300 milioni di euro le risorse già assegnate per il 2023 a Province e Città Metropolitane, per accelerare il percorso di recupero di equilibrio dei bilanci di parte corrente da subito e per colmare, nei prossimi anni, il gap evidenziato alla Commissione fabbisogni standard. C’è poi la necessità di un intervento strutturale  sul tema delle entrate tributarie delle Province”.

“Proponiamo un ‘Patto autonomistico’ tra Regioni, Province e Comuni per definire, a partire dai territori, priorità condivise che valorizzino i principi di autonomia e di sussidiarietà, esaltino il ruolo delle Regioni di legislazione, programmazione e coordinamento e il ruolo di Comuni e Province nell’esercizio delle funzioni amministrative, sia nelle Regioni a statuto ordinario, sia nelle Regioni a statuto speciale”.

“Noi abbiamo già alcune proposte che riteniamo essenziali. Vogliamo assicurare uno sviluppo equo e sostenibile di tutto il Paese  per questo chiediamo che le risorse, europee, nazionali, regionali, che nella prossima legislatura saranno destinate a completare gli investimenti del Pnrr, siano indirizzate prioritariamente a quei territori che non hanno potuto giovare dell’opportunità del Piano”.

“Vogliamo costruire un ordinamento delle autonomie locali coerente con i principi del titolo V della Costituzione. Per questo chiediamo che nella prossima legislatura il Parlamento, finalmente, approvi la nuova ‘Carta delle Autonomie’ per fornire una cornice di riferimento stabile ai Comuni, alle Province e alle Città metropolitane”.

“Deve essere assicurata l’autonomia di entrata e di spesa a tutte le istituzioni territoriali. Per questo chiediamo che siano attuati i principi del federalismo fiscale individuando tributi propri, compartecipazioni e fondi perequativi che garantiscano la piena copertura degli oneri connessi all’esercizio delle funzioni”.

“Questo governo non ci potrà dire che non ha approvato la riforma del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali perché c’è stata la crisi di governo in questo momento. Questo non è raccontabile”.

“È stata una due giorni – ha detto – in cui abbiamo dato con forza il senso delle nostre proposte, con un grande contributo degli enti locali. Credo che questa vicenda, a cui abbiamo lavorato con forza e con dedizione per chiudere questi sei anni post referendum, al di là delle vicende che faranno cadere o non faranno cadere il governo nelle prossime ore, credo che non sia una pagina seria quella del governo rispetto alla conclusione di questo percorso”. “Oggi – ha continuato – negli interventi dei ministri che hanno parlato di questo tema non c’è stata nemmeno la responsabilità di spiegare perché questo disegno di legge non viene approvato.

Difficilmente mi è capitato di vedere per così tanto tempo non fare qualcosa senza sentirsi in dovere di spiegare perché questa cosa non viene fatta.

Anche l’ennesima mediazione di stralciare le norme che non piacciono all’Anci e di approvare solo il pacchetto minimo di norme che riguardano le Province era – è – l’ennesimo passo, e noi ci siamo”.



Redattore: Barbara Perluigi
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