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CRISI: L’UPI ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DELL’ANCE

Saitta: “Basta con i vincoli: il Governo deve permetterci di pagare. Stiamo perdendo posti di lavoro che potrebbero essere salvati"

Bilanci e Finanza    3/05/2012

“Non si può più aspettare, c’è bisogno di un accordo tra tutte le istituzioni e i partiti politici per cambiare il patto di stabilità e permettere a Province e Comuni di pagare le imprese. Stiamo mandando in rovina interi settori dell’economia italiana, perdendo posti di lavoro che potrebbero essere salvati, per i vincoli assurdi del patto di stabilità.

Abbiamo fermi dallo scorso anno 2,5 miliardi che servono proprio per pagare le spese dei cantieri per lavori che le imprese hanno già fatto e nel 2012 questa cifra salirà a 3 miliardi. Soldi che le imprese hanno diritto a ricevere subito. Per questo come Upi diamo pieno sostegno alla manifestazione dell’ANCE  ”.

Lo ha detto il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, annunciando  a Vicenza, nel corso di una Conferenza stampa sullo stato delle riforme sulle Province, la “piena e convinta adesione dell’Upi alla giornata del D DAY indetta dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili per il 15 maggio prossimo”.

 

“Questo Paese si sta fermando: in 4 anni le Province sono state costrette a tagliare gli investimenti del 47% , e se si bloccano gli investimenti degli Enti locali, si ferma l’economia, che in Italia è fondata sulle piccole e medie imprese.

E’ impensabile – ha detto Saitta – che in una situazione drammatica come quella che si trova a vivere il Paese, con la conta giornaliera di migliaia di posti di lavoro persi e di imprenditori che si suicidano per i debiti, non si riesca a trovare una soluzione per sbloccare almeno una parte dei soldi fermi nelle casse delle Province e dei Comuni. Non possiamo stare fermi ed aspettare che passi la crisi: dobbiamo intervenire subito a dare risposte.

 

E’ da questi interventi che si può ricominciare, che si può restituire ai cittadini la fiducia sulla buona amministrazione: tagliamo tutte le spese inutili, interveniamo con forza sui consumi della pubblica amministrazione, ma sblocchiamo subito gli investimenti, paghiamo le imprese che hanno lavorato e ripartiamo con un piano di piccole infrastrutture, sulle strade e le scuole pubbliche, per la difesa del suolo, di cui l’Italia ha un incredibile bisogno. Il buon governo di un Paese si giudica anche da questo”.

“Non sono sole le imprese a dovere avere soldi dallo Stato. Le Province sono creditrici  per quasi 3 miliardi. Non vorremmo essere costretti a inviare anche noi un decreto ingiuntivo con la richiesta di pagamento immediato – ha poi aggiunto il Vice Presidente dell’Upi, spiegando come – dai bilanci delle Province ci risulta che lo Stato ci deve, per mancati trasferimenti, 2 miliardi e 864 milioni di euro. Si tratta di vecchi trasferimenti erariali che spettavano alle Province e che non sono mai stati erogati, con cui noi abbiamo costruito i bilanci ma che, di fatto, sono rimasti fermi nelle casse dello Stato. Sono soldi che vogliamo usare per pagare le imprese e i fornitori, per sostenere l’economia locale, per fare ripartire gli investimenti. Se il Governo non provvede  al pagamento – ha concluso Saitta –  siamo pronti a mandare i decreti ingiuntivi”.

Secondo i dati Upi (vedi schede alla pagina seguente –  spese conto capitale) a causa dei tagli ai bilanci e dei vincoli al patto di stabilità, le spese per investimenti delle Province sono diminuite del – 47%  dal 2008 al 2011 (oltre 2 miliardi e 200 milioni in meno).

 

Nel 2011,  a causa dei vincoli del patto di stabilità, sono stati bloccati nelle casse delle Province 2,5 miliardi destinati alle imprese per lavori già eseguiti (vedi tabella stato avanzamento lavori). Secondo le stime Upi questa cifra arriverà a 3 miliardi nel 2012.

In allegato, le schede con le tabelle finanziarie

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Redattore: Barbara Perluigi- Luisa Gottardi
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