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Dall’Upi un “sì” condizionato

Dall'Upi un "sì" condizionato

News    12/01/2004

La conservazione e la valorizzazione dei beni culturali devono essere assegnate all’intero sistema delle istituzioni della Repubblica: Stato, Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane, o il rischio è che si abbassi il livello di tutela.

E’ quanto ha ribadito oggi, in una Audizione alla Camera dei Deputati, l’Assessore alla Cultura della Provincia di Roma, Vincenzo Vita, intervenuto in rappresentanza dell’Unione delle Province d’Italia.

“Il Nuovo Codice dei beni culturali – ha detto l’Assessore – rischia di abbassa il livello di tutela: le procedure di alienazione sono semplificate, così come l’affidamento della gestione ai privati; il vincolo è reso molto più difficile e sottratto alla competenza tecnico-scientifica.”

Per questo l’UPI ha dato un parere favorevole, condizionato dall’accoglimento di determinanti garanzie, prima fra tutte, che la gestione della tutela, valorizzazione e conservazione dei beni culturali sia affidata alla pluralità delle istituzioni.

“Un ‘sì’ condizionato – ha concluso Vita – che ci auguriamo possa portare al completo accoglimento delle nostre istanze”.

Nel dettaglio, gli emendamenti presentati dall’Upi prevedono: il riconoscimento che la conservazione è competenza ripartita e condivisa tra tutti i livelli di governo che ne hanno responsabilità, Stato, Regioni ed Enti locali e che i soggetti deputati alla valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica sono lo Stato, le Regioni, le Province, le Città metropolitane e i Comuni. Le modalità di attuazione e le forme di gestione della valorizzazione dovranno essere definite attraverso accordi tra tali soggetti su base regionale. Per uniformare gli accordi su tutto il territorio nazionale, lo Stato, le Regioni e gli enti locali definiranno indirizzi generali e procedure comuni in sede di Conferenza Unificata.


Nel link, il testo consegnato dall’Upi alla Commissione.


 



Redattore: Barbara Perluigi
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