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Federalismo fiscale: Regioni Upi e Anci a Parlamento

Proseguire il confronto per evitare un federalismo conflittuale

Istituzioni e Riforme    20/10/2008

Proseguire in Parlamento il confronto avviato in questi mesi sul federalismo fiscale per raggiungere un risultato condiviso ed evitare un federalismo conflittuale e quindi dannoso.

E’ questo l’invito contenuto in una lettera che i Presidenti delle Associazioni rappresentative delle Autonomie locali, Leonardo Domenici (ANCI), Vasco Errani (Regioni e Province autonome) e Fabio Melilli (Upi) hanno indirizzato al Presidente della Camera, Gianfranco Fini e al Presidente del Senato Renato Schifani.

“Regioni, Province e Comuni – si legge nella lettera – ritengono che il dialogo avviato in questi mesi sul federalismo fiscale debba continuare ora in Parlamento e con le forze politiche di maggioranza e di opposizione, consapevoli che la condivisione dell’assetto finanziario e fiscale rappresenta un obiettivo di tutti, e che la realizzazione del più ampio consenso in Parlamento e con i livelli istituzionali sia la strada per evitare un Federalismo conflittuale e quindi dannoso”.

I Presidenti si dichiarano quindi “disponibili a concordare le forme e le modalità più utili per concorrere a rendere fecondo e completo l’esame del provvedimento, soprattutto al fine di inserire la discussione nell’ambito del disegno complessivo di attuazione del Titolo V della Costituzione e delle eventuali proposte di revisione costituzionale”.

“Con l’approvazione in via definitiva da parte del Consiglio dei Ministri dello schema di disegno di legge delega in materia di federalismo fiscale – scrivono i tre Presidenti – si è percorso un primo importante tratto del tragitto, difficile e necessario, per avviare a definitivo compimento la lunga fase di transizione istituzionale”.

“Regioni, Province e Comuni – ricordano Errani, Melilli e Domenici – hanno in questi mesi sostenuto un confronto serio e responsabile con il Governo e con i Ministri proponenti per far sì che il futuro assetto fiscale e finanziario sia il più possibile equilibrato, non si risolva in un aggravio di costi ed oneri per i territori, con conseguenze sul soddisfacimento dei diritti fondamentali dei cittadini e sulla realizzazione dei principi di solidarietà e di coesione sociale”.



Redattore: Redazione
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