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I SINDACATI CONFEDERALI INSIEME ALL’UPI

La razionalizzazione delle Province sia condivisa nei territori. No allo svuotamento delle funzioni e ai tagli lineari.

Bilanci e Finanza    23/07/2012

“Le norme del Decreto sulla “Spending Review” accolgono solo in parte le proposte che l’UPI e il sindacati confederali della funzione pubblica hanno proposto nel documento unitario del marzo scorso, ma sono contraddette dallo svuotamento delle funzioni provinciali e dai tagli lineari che già dal 2012 porranno le Province nella condizione di chiudere servizi essenziali per i territori” – lo affermano congiuntamente i rappresentanti di FP Cgil, Uil FPL e UPI incontratisi oggi.

 

FP Cgil, Uil FPL e UPI, sottolineano che “l’istituzione delle Città metropolitane e la revisione delle circoscrizioni provinciali per dare alle Province una dimensione territoriale, demografica ed economica adeguata sono un passaggio essenziale per riordinare complessivamente tutta la pubblica amministrazione.”

 

“Ma se si vogliono creare istituzioni di area vasta più autorevoli – sottolineano – occorre ricomprendere tra le funzioni delle Province quelle che incidono profondamente sulla vita delle persone e delle famiglie: l’istruzione superiore con l’edilizia scolastica, la formazione, i servizi per il lavoro.”

 

“Il processo di riordino delle Province – aggiungono – va avviato con modalità e tempi che consentano di coinvolgere i territori e le rappresentanze dei lavoratori, perché siamo consapevoli che esso deve coinvolgere l’amministrazione periferica dello Stato e gli enti strumentali, agenzie, società partecipate e consorzi che svolgono impropriamente le funzioni degli enti locali”.

 

I Sindacati confederali della Funzione pubblica e l’UPI ribadiscono la necessità di avviare una riforma che, “attraverso una razionale divisione delle competenze e delle responsabilità tra istituzioni territoriali, permetta di non perdere il patrimonio professionale di quanti, sino ad oggi, sono stati quotidianamente al servizio dei cittadini. Va contrastata pertanto l’ipotesi di una indiscriminata messa in mobilità di lavoratori pubblici, attraverso una gestione condivisa del processo di riforma che consenta di riorganizzare il sistema valorizzando il capitale umano” .

 

“La nostra proposta – concludono – mira a semplificare e snellire la macchina amministrativa, attraverso la valorizzazione  professionale dei lavoratori, per riqualificare la spesa pubblica a vantaggio dei cittadini, contribuenti e fruitori dei servizi pubblici.”



Redattore: Redazione
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