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KYOTO: le Province italiane in campo contro la CO2

Siglato un Protocollo Upi - RINA

News    23/01/2008

E’ stato firmato questa mattina, presso la sede dell’Unione Province d’Italia a Roma, dal Vice Presidente UPI, Massimo Rossi, e dal Direttore della Divisione Certificazione e Servizi di RINA S.p.A., Domenico Andreis, il Protocollo d’Intesa tra RINA S.p.A e UPI, che stabilisce le forme di collaborazione per il supporto alle Province nella definizione delle strategie energetiche.

Il Protocollo, il primo di questo genere nel nostro paese e in Europa, stabilisce che le Province avranno la possibilità di avvalersi dell’esperienza sviluppata da RINA nel settore.
Con questo accordo le Province si candidano a divenire il fulcro delle politiche di contrasto al cambiamento climatico in Italia, sfruttando da un lato la dimensione territoriale ottimale (né troppo grande né troppo piccola) che gli conferisce un vantaggio sia rispetto ai Comuni che alle Regioni, dall’altro la conoscenza approfondita della realtà locale e la capacità di delineare soluzioni ed interventi di riduzione dei gas serra  in tempi rapidi.

Obiettivo del testo firmato questa mattina è anzitutto che ciascuna Provincia possa redigere il Bilancio delle emissioni di gas serra del proprio territorio. Potranno cioè essere analizzate secondo modelli e metodiche riconosciute a livello internazionale le fonti principali di emissione (ad esempio i trasporti pubblici e privati, gli impianti che generano energia, ecc. ecc.) ed i principali fattori di riassorbimento dei gas (ad esempio boschi, foreste, ecc.), potranno inoltre essere individuate le potenzialità di riduzione, consentendo così il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nel Protocollo di Kyoto.

Le Province inoltre potranno calcolare l’incidenza di settori di rilevanza critica come la mobilità, i trasporti, il riscaldamento civile, lo smaltimento dei rifiuti, al fine di mettere in atto misure compensative anche attraverso gli strumenti amministrativi e normativi a loro disposizione.

Il Protocollo prevede la creazione di strumenti attuativi comuni tra enti locali e imprese presenti sul territorio per valutare la quantità di emissioni derivanti dalle attività gestite nel territorio e mettere in atto gli strumenti di compensazione, come la piantumazione di nuovi alberi e la riforestazione.

Trasformare una criticità in risorsa, questo l’obiettivo del Protocollo, grazie al quale le Province, assistite e supportate da RINA, potranno adottare un registro dei crediti di emissione originati, i quali saranno negoziabili con il competente registro italiano, in linea con quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.
In pratica, oltre a ridurre emissioni dannose per il clima, le Province potranno generare crediti di emissione, negoziabili con il registro italiano competente, che potranno essere scambiati sulle piattaforme ad hoc previste dal Protocollo di Kyoto, generando un circolo virtuoso per l’intero sistema paese.

“Questo accordo è un passo importante per il sistema delle province italiane” dichiara il Vice Presidente dell’UPI Massimo Rossi “che  assumono un ruolo da protagoniste per quanto riguarda il settore dell’ambiente”. “Si tratta di una scelta che ribadisce l’importanza centrale di queste istituzioni” prosegue Rossi “e risponde alle esigenze dei cittadini che, come ci confermano le nostre rilevazioni, chiedono alle Province di occuparsi di tutela dell’ambiente, a partire proprio dal controllo delle emissioni atmosferiche”. “Inoltre”  “conclude Rossi “l’accordo avrà ricadute positive dal punto di vista occupazionale, grazie allo sviluppo di nuovi profili professionali, che verranno formati da presidi operanti nel territorio come agenzie provinciali ed università”.

“La collaborazione tra UPI e RINA” sostiene Domenico Andreis, Direttore Divisione e Certificazione di RINA S.p.A. “è un passo significativo che può avere enormi conseguenze sul raggiungimento degli obiettivi di Kyoto”. “A titolo d’esempio” aggiunge Andreis “consideriamo che se ogni provincia riducesse le sue emissioni di 1 milione di tonnellate di CO2 avremmo una riduzione su scala nazionale pari a circa 100 milioni, che, all’attuale prezzo di mercato di 20€ a tonnellata, porterebbe a realizzare un giro d’affari stimabile sui 2 miliardi di euro”.



Redattore: Redazione Upi
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