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L’Aquila:Consiglio Provinciale del 30

Il commento del Presidente del Consiglio, Angelo Raffaele

News    27/01/2009

E’ tornato di grande attualità, con l’approvazione al Senato del disegno di legge sul Federalismo Fiscale, il dibattito sull’abolizione delle Province. Abolizione che comporterebbe una sorta di semplificazione dell’organizzazione statale e una significativa riduzione dei cosiddetti “costi della politica” .
Il Consiglio Direttivo dell’Unione Province Italiane (UPI), proprio per manifestare contro l’infondatezza delle argomentazioni usate dai sostenitori dell’abolizione, ha promosso per il 30 gennaio una Giornata di Mobilitazione Nazionale.
Il Consiglio Provinciale dell’Aquila, con tutti i suoi Capigruppo e la Presidente Stefania Pezzopane, ha aderito senza indugio all’iniziativa ed ha convocato una seduta consiliare straordinaria ed aperta. Come Presidente del Consiglio Provinciale dell’Aquila non ho tuttavia alcuna intenzione di intentare una difesa d’ufficio dell’Ente in quanto tale, piuttosto vorrei limitarmi, laicamente, ad esporre alcune riflessioni .
Innanzi tutto si dovrebbe intavolare una discussione a carattere più generale sulla necessità di riformare le nostre istituzioni e allo stesso tempo di come ridurre i costi della politica. Sono queste però due cose ben distinte.
Siamo tutti consapevoli che il nostro Paese non può più permettersi l’attuale livello di burocrazia e le infinite sovrapposizioni per cui oggi diventa difficile per i cittadini e le imprese sapere con certezza chi fa che cosa e chi ha la responsabilità dei singoli problemi.
Troppo spesso i livelli di governo si sovrappongono nell’ esercizio delle funzioni ed ognuno dilata i tempi ed aumenta i costi.
Ma è bene ricordare che nel paese ci sono 91 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) per il governo dei sistemi idrici, 131 ATO per il governo dei rifiuti, 1099 Enti parco e aree protette,145 Enti Parco Regionali,191 Consorzi di bonifica, 63 Bacini Imbriferi con relativi Consigli Di Amministrazione nominati e non eletti insieme a 356 Comunità Montane, 350 Unioni Comuni e centinaia di agenzie ed enti regionali, migliaia di Società pubbliche o miste e centinaia di circoscrizioni (50000 enti di governo).
Ecco perchè poi secondo me la discussione sul modello di Paese scivola e si confonde con la protesta sui costi della politica.
Ma se il tema è il funzionamento delle nostre istituzioni e la necessità è quella di riannodare un rapporto di fiducia con i cittadini allora è essenziale ripartire dalla Costituzione, che delinea 3 livelli di governo in cui si articola la Repubblica, così come avviene in Europa, dove 17 Paesi hanno 3 livelli di governo: Regioni, Province e Comuni , 5 ne hanno solo 2 Province e Comuni , solo 2 Stati non hanno le province Cipro e Lussemburgo.
L’Europa per vincere le sfide di coesione e di sviluppo, si sta caratterizzando sempre più come l’Europa dei territori, in cui i poteri locali costituiscono il trait-d’union tra le strategie complessive di sviluppo dell’ Unione Europea ed i bisogni dei suoi cittadini. Di fronte a questa situazione serve poco abolire un livello di governo.
Ma ciò che sarebbe sicuramente utile e non più procrastinabile, è identificare con puntualità le competenze esclusive di ognuno e quindi il livello di governo che per dimensione può assolvere meglio a quella funzione evitando che tutti facciano tutto.
La nostra Provincia si estende su circa 5000 Kmq, rappresenta circa la metà del territorio regionale ed ospita una popolazione di circa 300.000 abitanti, con indice di invecchiamento superiore alla media nazionale, con una densità abitativa di 84 abitanti/Kmq. Metà popolazione vive in 103 comuni di meno di 8000 abitanti. Di questi, 30 non raggiungono i 2000 abitanti e 52 hanno meno di 1000 abitanti .
Chi dovrebbe provvedere al sistema delle strade? Chi dovrebbe tutelarne l’ambiente e far fronte ai disastri ecologici? Chi programmarne e pianificarne lo sviluppo economico? Chi far fronte alle purtroppo sempre più frequenti crisi industriali? Chi proporre ed incentivare e implementare energie rinnovabili?
Chi dovrebbe continuare a far sentire cittadini, gli abitanti di Gioia dei Marsi, di cui mi onoro essere cittadino ed amministratore, Bisegna, Campotosto, Roccavivi di Villavallelonga, come di Pescocostanzo, e farli sentire parte di una comunità legati gli uni agli altri da quel senso di appartenenza che forse solo la Provincia riesce a rendere palpabile?
Si ha l’impressione che chi sostiene queste tesi non abbia mai esercitato il ruolo, non dico di Sindaco, ma nemmeno di Amministratore di un Ente Locale. Si pensa che la Provincia sia solo un edificio, un confine, una targa automobilistica o solo un cartello stradale? O forse tutto rientra in un disegno ben preciso di destrutturazione della Pubblica Amministrazione e conseguente privatizzazione dei trasporti, rifiuti, acqua? Si cerca di affievolire il controllo democratico su questi servizi?
Noi dobbiamo proseguire con determinazione sulla strada del buon governo e della buona Amministrazione, perché non c’è modo migliore per rispondere a questa polemica che la concretezza del nostro agire.
Alle Province spetterà il compito di governare un’ “area vasta” e assorbirne le funzioni che non possono essere gestite dai singoli comuni, tantomeno dalla Regione, organo legislativo e non più amministrativo.
Un area vasta dovrà avere uno ed un solo livello di governo. L’area vasta della Provincia dell’Aquila è sicuramente diversa da quella di Milano o Napoli e la Provincia non potrà più limitarsi solo a rappresentare, mediare le varie istanze che provengono dal territorio, bensì dovrà ancor di più svolgere autonomamente capacità di governo e saper accrescere la propria capacità di mobilitare risorse, umane finanziarie e strumentali, a favore del proprio territorio.
Prioritario per il futuro sarà quindi l’individuazione delle funzioni fondamentali ed esclusive di Comuni, Province e Città Metropolitane e la scrittura di una nuova Carta delle Autonomie Locali coerente con il nuovo Titolo V della Costituzione.
In particolare i Presidenti dei Consigli Provinciali d’Italia chiedono che venga ridefinito in modo organico il ruolo delle Province, affinchè attorno ad esse si concentrino tutte le funzioni di governo di area vasta e le risorse necessarie da individuarsi’ in tributi propri, compartecipazioni e fondi perequativi.



Redattore: Angelo Raffaele,Presidente del Consiglio Provinciale dell'Aquila
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