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LEGGE DI STABILITA’: ALLARME DALLE PROVINCE

SAITTA, PROVINCE COSTRETTE A CHIUDERE SCUOLE: PATTO STABILITA' NON CONSENTE DI SPENDERE ANCHE SE SI HANNO SOLDI

Bilanci e Finanza    5/11/2010

”Il patto di stabilità non ci consente di far eseguire i lavori che i vigili del fuoco chiedono di fare alle scuole e saremo costretti a chiederne una serie” . E’ l’allarme lanciato dal Vicepresidente vicario dell’Upi e presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, al termine della Conferenza Unificata. “Tutte le Province – ha spiegato Saitta ai giornalisti –  hanno la responsabilità sulle scuole medie superiori che in Italia sono circa 5 mila, ma non possono fare investimenti, nemmeno per la manutenzione, perché sforerebbero il Patto di stabilità. Insomma, non possiamo usare i soldi, anche se li abbiamo e tutto questo è illogico. Il Governo a luglio si era impegnato a trovare con noi soluzioni, ma ancora non abbiamo risposte sull’utilizzo del 4% dei residui passivi, che corrispondono a 300 milioni di euro”.
La richiesta è stata rilanciata anche dal Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che in una nota alla stampa ha dichiarato “Il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta lancia un allarme che non possiamo ignorare. Allentare almeno per gli enti virtuosi il Patto di stabilità consentirebbe infatti agli enti locali di avviare nuove opere e di promuovere occupazione. Lo slittamento del parere sulla legge di stabilità, che la conferenza unificata avrebbe dovuto formulare oggi, non è quindi  di buon auspicio per le Province e i Comuni che hanno un enorme bisogno di nuova linfa per mettere in moto gli investimenti. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo la revisione del patto di stabilità è un mezzo indispensabile per rimettere in circolo immediatamente ingenti somme di denaro da parte degli enti locali e per intervenire su alcuni settori strategici come infrastrutture, sicurezza stradale e sicurezza delle scuole. I Comuni e le Province italiani – conclude Zingaretti – hanno risorse in cassa ma non possono spenderli e questo è un fatto inaccettabile”.

In allegato, il documento con la richiesta di emendamenti consegnato dall’Upi nella Conferenza Unificata

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Redattore: Redazione
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