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Per il Presidente della Lombardia garanzie insufficienti

Per il Presidente della Lombardia garanzie insufficienti

News    17/12/2003

Presidente, qualche settimana fa ha usato toni accesi per definire la riforma disegnata dai “saggi”, cosa sta succedendo?

È un momento decisivo e non possiamo trincerarci dietro il politically correct. Vogliamo e dobbiamo dare uno sbocco alla crisi istituzionale che ormai da troppo tempo blocca il nostro Paese. Da dieci anni si dice che il centralismo è superato e che bisogna andare verso un sistema federalista autentico. E allora il confronto con il Governo deve essere un confronto vero, deve entrare nella sostanza delle cose.

Cioè?

Il Governo ha presentato una proposta che contiene molti aspetti positivi: dalla devoluzione al superamento del bicameralismo perfetto, alla riduzione del numero dei parlamentari. Ma le garanzie per il federalismo non sono sufficienti e quindi su questo punto abbiamo il dovere della verità, anche se è scomoda.

In concreto come vede il nuovo Senato federale?

La soluzione ideale è quella che ricalca il Bundesrat tedesco, ovvero la presenza nel Senato federale degli esecutivi dei Governi regionali. C’è un’opzione minima di compromesso, cioè che il Senato sia eletto in concomitanza con le elezioni regionali, e se un consiglio si scioglie deve decadere anche la rappresentanza di quella Regione in Senato.
Dunque l’istituzione del Senato federale deve essere disciplinata secondo questi principi:

a)  la contestualità dell’elezione con quella del Presidente della Regione e del Consiglio regionale (n.b.: visto l’attuale disallineamento temporale delle scadenze di rinnovo fra i Consigli regionali e dei Consigli regionali rispetto a quelle di Camera e Senato, va prevista e regolamentata una fase transitoria);
b) il collegamento delle liste dei candidati senatori con un candidato-Presidente di Regione;
c) la decadenza dei Senatori eletti in una Regione in caso di decadenza del Presidente o di scioglimento del Consiglio regionale;
d) l’elezione di un numero di Senatori collegati ad un candidato Presidente in percentuale omogenea a quella di Consiglieri regionali eletti in collegamento con lo stesso Presidente
e) la legge elettorale dovrà garantire le minoranze;
f) l’assegnazione del numero di seggi senatoriali a ciascuna Regione in base ai seguenti criteri:
i) un seggio alla Valle d’Aosta;
ii) nessuna Regione può avere un numero di Senatori inferiore a tre;
iii) i rimanenti seggi vengono ripartiti in proporzione alla popolazione delle Regioni, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Perché il Senato ipotizzato non può essere definito federale?

Perché le elezioni avvengono ancora su liste di partiti nazionali e perché non c’è nessun collegamento con i Governi locali tranne l’obbligo per i candidati di essere stati precedentemente consiglieri comunali o regionali. È davvero un vincolo troppo blando.

Presidente si è anche messa in discussione Roma capitale, qual è il suo pensiero?


La capitale dell’Italia è Roma e non c’è discussione su questo.
Non solo. Vorrei anche chiarire che il tema di Roma capitale e’ stato discusso, molto
brevemente, tra i presidenti di Regione già mesi fa, quando per la prima volta si toccò il tema della nuova Costituzione, ed esiste un consenso unanime, non revocabile e indubbio da parte dei Presidenti di Regione.

 



Redattore: Redazione Upi
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