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Piano antiviolenza: le Province al tavolo del Ministero

Maria Grazia Sassi "Plauso alla Ministra Bonetti per la condivisione del Piano con Regioni Province e Comuni"

News, Pari Opportunità    20/07/2021

“Il Documento che viene presentato è frutto di un impegnativo e importante lavoro di concertazione avviato dal Ministero per le pari opportunità, cui l’UPI ha preso parte insieme alle altre rappresentanze delle istituzioni locali e alle forze economico – sociali. Questo lavoro, che non si è fermato neanche durante la pandemia, ha portato alla redazione di un documento che non è l’ennesima carta dei sogni, ma uno strumento vivo e operativo. Tutto ciò, proprio grazie al confronto serrato e soprattutto al contributo in termini di riflessioni ed esperienze di tutti i soggetti impegnati nel contrasto alla violenza di genere sia a livello istituzionale che nel mondo lavorativo, imprenditoriale, sociale, educativo”.

Lo ha detto la Consigliera della Provincia di Como, Maria Grazia Sassi, Delegata UPI per le pari opportunità, intervenendo ai lavori per la redazione del Piano Nazionale Antiviolenza voluto dalla Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti.

“Uno strumento essenziale – ha detto Sassi – non solo perché riporta con forza all’attenzione un tema ancora del tutto irrisolto attraverso una analisi dettagliata della condizione femminile nel Paese, ma perché individua chiaramente le responsabilità di ciascuno e detta indicazioni chiare in un orizzonte nazionale che guarda con forza all’Europa. Non a caso, il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza pone tra gli obiettivi prioritari proprio la riduzione degli squilibri e della violenza di genere, riconoscendo in questo uno degli interventi necessari per assicurare una ripresa economica del Paese universale e paritaria, indispensabile per uscire dalla crisi pandemica da Covid19. E’ evidente che per rendere   questo Piano uno strumento pienamente operativo è necessaria la piena condivisione e partecipazione di tutte le istituzioni insieme alle associazioni: Governo, Regioni, Province e Comuni.

Non si tratta solo di introdurre modifiche normative, che pure servono a supporto di alcune azioni essenziali: la vera sfida è di tipo culturale. Si tratta di far crescere nel Paese una visione paritetica ed egualitaria, di rifiuto della violenza in ogni sua forma,  utilizzando – dove serve – la leva legislativa, ma puntando prima di tutto a costruire una nuova prospettiva. Una rivoluzione che deve essere affrontata a partire dai giovani e che trova come sede naturale la scuola, a partire dalla primaria ma con particolare attenzione alla secondaria superiore, attraverso cui è possibile coinvolgere famiglie e comunità.

Per questo, la centralità strategica delle istituzioni territoriali, che saranno chiamate a riportare sulle comunità amministrate le azioni e le misure previste, deve emergere con chiarezza in tutte le declinazioni del documento”

Il ruolo delle Province nell’attuazione del Piano

La Legge 56/14 ho posto tra le funzioni fondamentali delle Province “il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale” e “la promozione delle pari opportunità” sul territorio provinciale.  Si tratta di una funzione che non ha mai avuto disciplina specifica che consentisse di declinare nel concreto nelle Province le competenze amministrative da esercitare e le risorse da utilizzare.

Secondo quanto indicato dal “Codice delle pari opportunità”, questa funzione è esercitata sul territorio dalla figura delle Consigliere di pari opportunità, che dal 2015 non possono più accedere alle risorse previste dal “Fondo per l’attività delle consigliere e dei consiglieri di parità” a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 151/2015 che ne ha assegnato l’esclusivo utilizzo a favore delle attività della sola Consigliera Nazionale di parità, privando così però le Province e le Città metropolitane della necessaria copertura finanziaria per sostenerne i compensi e le dotazioni strumentali, benché questa figura sia prevista per legge.

Considerato il ruolo che le Consigliere di parità possono svolgere anche rispetto all’attività di controllo e di segnalazione del rispetto della parità di genere, occorrerà anche alla luce della Strategia considerare fonti di finanziamento – anche nel PNRR – a sostegno delle attività di queste figure che operano nelle Province e nelle Città metropolitane, anche per promuovere le politiche di genere in un sistema a “rete” in



Redattore: Barbara Perluigi
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