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Ria: doppio centralismo e rinvio “sine die” del federalismo fiscale

Ria: doppio centralismo e rinvio "sine die" del federalismo fiscale

News    5/11/2004

                                        COMUNICATO STAMPA
 
“La riforma costtituzionale pone i pilastri di un doppio centralismo e rinvia sine die il federalismo fiscale”
  Lo afferma il Presidente U.P.I. , on. Lorenzo Ria, all’Assemblea Generale dell’Anci di Genova.

Il Presidente dell’Unione delle Province d’Italia, on. Lorenzo Ria, è intervenuto all’Assemblea Generale dell’ANCI, in corso a Genova.

L’on. Ria, nel suo intervento, ha affrontato i temi delle riforme costituzionali ed ha evidenziato, in particolare, le ragioni del giudizio assai insoddisfacente delle Province italiane in merito alle nuove norme costituzionali che concernono le autonomie.
Severo è stato il giudizio sul Senato federale: per la sua composizione insieme, ibrida e parziale, prima di tutto, perché prevede rappresentanti delle Regioni, ma non delle autonomie locali; perchè prevede componenti con diritto di voto e componenti con semplice diritto di parola. In secondo luogo perché il nuovo organo istituisce e formalizza un doppio centralismo, quello dello Stato e quello delle Regioni.

La stessa logica del doppio centralismo emerge dall’art. 118 che, mentre costituzionalizza e fissa gli obiettivi della conferenza stato-regioni, ignora totalmente la conferenza stato-autonomie locali.

Il  terzo pilastro del duplice centralismo introdotto dalla revisione costituzionale è rappresentato dal doppio limite previsto per l’autonomia di comuni, province e città metropolitane: il limite delle leggi statali e di quelle regionali.

“Tutto ciò – dichiara il Presidente dell’UPI – è l’esatto opposto dell’autonomia. Ma è anche l’esatto opposto dell’efficienza e dell’ordinata fluidità di cui il Paese ha bisogno”.
L’on. Ria, nel corso dell’intervento all’assemblea di Genova, ha anche individuato, nelle norma transitoria che assegna cinque anni di tempo dall’entrata in vigore della riforma costituzionale per realizzare il federalismo fiscale, un limite gravissimo della riforma.
Questo nuovo lunghissimo rinvio – ha affermato il Presidente dell’UPI – produrrà effetti devastanti.

Per prima cosa renderà ancora possibili le incursioni corsare del governo nei bilanci delle autonomie locali, come è avvenuto con il decreto legge che ha introdotto la manovra correttiva 2004 e come sta avvenendo con la legge finanziaria 2005 in corso di approvazione.

In secondo luogo accrescerà le difficoltà degli enti locali nel redigere correttamente i propri bilanci e nel far fronte ai rispettivi doveri primari. Il fatto che, quando al 31.12.04, termine nel quale tutti gli edifici scolastici dovranno essere a norma, oltre il 50% degli stessi non lo sarà, documenta il grave stato di precarietà finanziaria cui sono stati ridotti gli enti locali, insieme al livello di grave inadeguatezza delle nostre strutture civili primarie.

In terzo luogo, questo rinvio quinquennale documenta che il governo vuole avere, sul tema del federalismo fiscale, mani libere. Documenta che non intende scegliere prima delle nuove elezioni politiche o che, più realisticamente, non può scegliere”.


Roma, 5 Novembre 2004



Redattore: Redazione Upi
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