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Riforma dell’istruzione: le Province in audizione alla Camera

Upi"Una riforma che non migliora la qualità della scuola"

News Scuola Formazione Lavoro    16/09/2008

E’ un giudizio preoccupato quello espresso oggi da Angela Cortese, Assessore alla scuola della Provincia di Napoli e Andrea Ferrazzi, Vice Presidente della Provincia di Venezia, intervenuti in rappresentanza dell’Upi all’audizione alla Camera dei Deputati sul disegno di legge di riforma dell’Istruzione presentato dal Ministro Maria Stella Gelmini.
Una proposta giudicata preoccupante perché – hanno detto – “taglia i costi senza immaginare alcun piano di investimento che miri al miglioramento della qualità della scuola. Invece il Paese ha un gran bisogno di una scuola di qualità, che assicuri le stesse opportunità per ciascun cittadino”. Secondo i rappresentanti delle Province, le ripercussioni maggiori si avranno dal taglio del tempo scuola “i cui costi in termini di servizi aggiuntivi per i bambini, ricadranno prima sulle famiglie e poi sugli Enti locali. Ancora di più al sud, dove la percentuale di bambini che frequentano il tempo pieno è ancora minima”.
“Siamo convinti che sia possibile operare risparmi sulle spese della scuola, senza per questo impedire di fare crescere la qualità. C’è bisogno di un piano di investimenti, a partire dagli interventi per la manutenzione e la costruzione di edifici scolastici, le cui risorse a dispozione ad oggi sono pari a ‘0′. Come servono risorse per assicurare dotazioni informatiche e nuove tecnologie alle nostre scuole – risorse che in questo momento sono impropriamente stanziate dagli enti locali – e garantire efficienti servizi che consentano la piena integrazione degli alunni diversamente abili. Le Province – hanno concluso Cortese e Ferrazzi – investono in media ogni anno 2,5 miliardi di euro per la scuola, il 20% circa delle risorse in bilancio. Riteniamo di avere pieno titolo per potere chiedere la discussione in Conferenza Unificata dell’articolo 4, quello sul tempo scuola e sul maestro unico”. 

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Redattore: Barbara Perluigi
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