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Riforme Province, Saitta: “Governo prigioniero di un annuncio”.

Il DDL SULLE Province aumenta di 2 miliardi la spesa pubblica”.  I dati nel Dossier dell’Upi.

Istituzioni e Riforme    27/09/2013

“Il Governo e il Parlamento, per dare attuazione ad un annuncio e cancellare la classe politica che amministra le Province, faranno spendere al Paese almeno 2 miliardi”. Lo ha detto oggi il Presidente dell’Upi Antonio Saitta, illustrando alla stampa i risultati del Dossier “Quanto costa il Disegno di Legge Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni? Più Costi  –  Meno Democrazia” elaborato dall’Upi.
“Vorrei chiarire che il dossier che abbiamo predisposto, e che consegneremo a tutti i parlamentari, vuole essere un contributo per fare chiarezza su alcune domande che fino ad ora il Governo non si è posto. Non ci si è chiesti quanto costerà al Paese l’attuazione del Disegno di Legge sulle Città metropolitane, sulle Province e sulle Unioni dei Comuni, e nemmeno quale sarà il risparmio. Il Governo ha affermato che “spera che il risparmio ci sarà, come è ovvio”. Ma se non sappiamo ancora a chi saranno assegnate le funzioni, il personale, i bilanci, i debiti, il patrimonio, le quote di patto di stabilità, la quota di tagli per il 2014, che oggi attengono alle Province, che senso ha assegnare l’urgenza a questo provvedimento?” Secondo le rilevazioni effettuate dall’Upi incrociando i dati di bilancio del Siope e quelli delle singole Province, ci si troverebbe di fronte ad un aumento di + 645 milioni di euro solo dall’aumento delle spese di riscaldamento, manutenzione, progettazione realizzazione e collaudo delle 5.179 scuole delle Province che passerebbero ai Comuni, e di 1,4 miliardi dal trasferimento delle funzioni delle Province alle Regioni. “Arriviamo a 2 miliardi solo da questi due settori che abbiamo analizzato, ma proseguiremo a verificare tutti i costi voce per voce“ ha aggiunto il Presidente Saitta.
Aumenti che sono stati sottolineati dal Presidente del Consiglio direttivo dell’Upi, Leonardo Muraro, che ha ricordato come oggi “le Province possono realizzare economie di scala proprio sugli edifici scolastici, aumentando l’efficienza e modernizzando le strutture. Nella mia Provincia abbiamo adottato un sistema di appalto centralizzato per tutte le scuole che ci permette non solo di risparmiare, ma di centrare gli obiettivi sul risparmio energetico indicati dall’Europa. Non solo, abbiamo creato dei veri e propri Campus che ci consentono, in una sola grande struttura, di ospitare studenti di diversi istituti superiori. In questo modo 1 sola palestra basta per 7 diverse scuole, e non abbiamo problemi di sovraffollamento o di mancanza di aula perché, a seconda delle iscrizioni, riusciamo ad utilizzare al meglio tutti gli spazi esistenti. Un Comune non potrebbe mai gestire una struttura di oltre 10.000 ragazzi!”.
“Questo disegno di Legge – ha aggiunto la Presidente della Provincia di Padova Barbara Degani – risponde ad interessi che riguardano solo 10 grandi Comuni capoluogo, ma i piccoli Comuni sono completamente tagliati fuori. Una riforma che dovrebbe riguardare tutto il Paese si fa solo per le Città metropolitane, al di fuori di ogni logica, e con aggravio dei costi”. Il Vice presidente dell’Upi, Angelo Vaccarezza, poi ha voluto lanciare l’allarme sui commissariamenti ricordando che “a maggio 2014 tutte le Province saranno commissariate e invece la Consulta ha spiegato bene che ciò non si può fare; nel frattempo altri nostri Enti sono stati commissariati e i presidenti sostituiti da prefetti, cosa del resto che sta avvenendo dal 2011. Che dire? Tutto ciò è roba da ventennio, siamo al regime”.
“Quello che chiediamo al Parlamento – ha detto Saitta – è di non accettare di esaminare un Disegno di riforma così importante senza una istruttoria tecnica serie ed una vera analisi dei costi e dei benefici. Siamo certi in Parlamento possa esserci un dibattito vero intorno a questo provvedimento, ma se si dovesse decidere di mettere la fiducia sul testo, chiediamo al Parlamento di non rendersi corresponsabile di un provvedimento che fa aumentare di almeno 2 miliardi la spesa pubblica”.

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